martedì 30 giugno 2009

COMUNICATO PRC PORTO RECANATI

In riferimento alle dichiarazioni mezzo stampa di Latini, riguardanti una “gara a demonizzare” il PS da parte dei partiti che hanno appoggiato Lorenzo Riccetti alle primarie, il Partito della Rifondazione Comunista vorrebbe precisare che da parte sua non c’è stato MAI nessun pregiudizio o tanto peggio il tentativo di aggressione politica nei riguardi di alcuno. Ciò dimostra la nostra naturale predisposizione al dialogo e alla capacità di costruire su base programmatica solide alleanze che sono state ampiamente condivise da una parte importante dello stesso PS. Non volendo assolutamente entrare in questioni interne altrui, riteniamo sia doveroso precisare che la scelta politica di abbandonare l’alveo naturale del centro-sinistra per abbracciare altra programmazione ed altri metodi amministrativi, a nostro avviso discutibili, è attribuibile solo ed esclusivamente a precise scelte di mera convenienza politica della classe dirigente locale del PS. Invitiamo dunque Latini e gli altri a correggere le proprie riflessioni e a prendersi le proprie responsabilità, augurandocene infine un ritorno compatto e disinteressato, contestualizzato in valori e programmi, nella casa madre del centro-sinistra Portorecanatese.
Il segretario del circolo PRC “G.Puletti”
Luca Falaschini

domenica 21 giugno 2009

NUCLEARE: La politica energetica della Regione Marche è e rimane ben diversa da quella del governo Berlusconi.

Il no deciso al Nucleare, non è un rifiuto preconcetto o ideologico, ma unicamente il risultato di un’analisi costi-benefici. Quella che qualsiasi amministratore, pubblico o privato, deve fare prima di procedere ad una scelta fondamentale e irrevocabile per un Paese. Soprattutto una scelta che non va fatta sull’onda della crisi energetica ed economica che ci sta assalendo, ma con raziocinio, programmazione, studi approfonditi. Le motivazioni del no sono scientifiche e acclarate dai più eminenti scienziati: impianti già obsoleti per quando saranno realizzati, costi elevatissimi e sempre a crescere in un periodo di stretta economica, problema delle scorie da smaltire, quando in Italia non riusciamo nemmeno a smaltire i rifiuti organici, figuriamoci quelli radioattivi dove potrebbero finire! I problemi sono stranoti: l’uranio è una risorsa scarsa, ai ritmi attuali sarà esaurito nel giro di 20 anni, giusto il tempo per l’Italia di costruire un paio di centrali. L’uranio è una risorsa presente in pochi, 4 o 5, paesi nel mondo, rendendo così molto ricattabili i paesi che lo usano a meno di voler mantenere all’infinito i conflitti in Niger e Congo. Le centrali hanno bisogno di enormi risorse idriche e l’Italia non ha praticamente fiumi adeguati, si tratterebbe di costruire centrali sulle coste o sul Po, zone, demograficamente o ambientalmente non adeguate.Inoltre, non è secondaria la questione legata ai miliardi di euro di traffici che si svilupperebbero attorno all’“affare nucleare” e che dubito si riesca a governare, se non si è riusciti finora a farlo con l’eco-mafia. Il Nucleare è una scelta anti-economica (vantaggiosa solo per chi costruisce le centrali) rischiosa e anacronistica. Per questo, arrivo anche a pensare che ci sia un disegno preciso da parte degli apparati statali: quello di non promuovere, anzi di bloccare, la realizzazione di impianti per l’utilizzo di fonti rinnovabili. Un disegno di disincentivazione verso le fonti alternative per dimostrare la necessità del nucleare. E’ un vecchio, ma ormai scoperto modo di fare politica: non per il bene di tutti, ma solo di pochi. Vi è poi da considerare che ancora non è stato risolto per tutti i vecchi siti italiani il problema della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi derivanti dalla produzione prima del 1987, anno in cui un il referendum popolare ha sancito con larghissima maggioranza l’abbandono del nucleare in Italia. Mi chiedo allora: davvero così tanti avranno cambiato totalmente idea? Su una scelta così incisiva sulla vita di tutti e soprattutto sul futuro delle nuove generazioni, non sarebbe il caso di ascoltare ancora una volta la buona, vecchia e sensata volontà popolare? D’accordo, si potrà ribattere con il luogo comune che siamo attorniati da Paesi confinanti che adottano questo tipo di fonte energetica, che i rischi di incidenti e di nubi radioattive si corrono comunque, ma il problema delle scorie è vitale. Accumulare nuove scorie non è sensato quando non si sa ancora come smaltire quelle vecchie.A dimostrazione che i no al nucleare non hanno colore politico è dimostrato dal rifiuto da parte di amministrazioni comunali e regionali di centro destra. Un coro unanime da Nord a Sud. L’unico sì che sentiamo convinto è quello a favore delle fonti rinnovabili e per la riduzione dei consumi. Eolico e solare rappresentano il vero futuro. Come abbiamo affermato con lungimiranza nei contenuti del Piano Energetico Ambientale Regionale: energia fotovoltaica ed eolica riducono l’inquinamento fino al 50-60% e consentono un forte risparmio energetico e quindi economico. E non è neanche sostenibile parlare di quarta generazione di centrali nucleari, che produrrebbero scorie eliminabili in molti meno anni rispetto a quelle provenienti dalle vecchie centrali. Sapete in quanti anni? “Poche” migliaia… prima che non siano più radioattive.Ecco perché la politica energetica della Regione Marche è e rimane ben diversa da quella del governo Berlusconi.
Marco Amagliani
Assessore all’Ambiente della Regione Marche