giovedì 27 agosto 2009

Segnaliamo: Iniziativa QUARTIERE SAMMARI'

QUARTIERE SAMMARI' - PORTO RECANATI
PIAZZETTA CARRADORI
Domenica 30 Agosto ore 21.30
AMBIENTE e RIGASSIFICATORE
INCONTRO DIBATTITO
con il Prof. MASSIMO DE SANTI
Fisico Nucleare - Docente all'UNIVERSITA' di Pisa
responsabile energia CPR Toscano Rifondazione Comunista
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MASSIMO DE SANTI è nato a Livorno il 12.10.1945, dove attualmente vive.
Laureato in Fisica all’Università di Pisa, si è poi specializzato in Fisica Sanitaria e Protezione dalle radiazioni nucleari. E’ stato per 15 anni dirigente dell’Ufficio “Energia ed Ecologia” della Regione Toscana e ha lavorato come esperto di Cooperazione Internazionale al Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Tra i promotori in Italia del Movimento Ecologista è stato anche uno dei principali attivisti del movimento per la Pace, e successivamente ha fondato in Costa Rica nel 1987 il Comitato Internazionale di Educazione per la Pace – CIEP, di cui attualmente è il Presidente Onorario.
· Collaboratore dell’Università della Pace dell’ONU - Costa Rica (1986 -1988)
· Co-promotore del Forum Internazionale ONU DEI POPOLI - Ginevra 1991.
· Osservatore Internazionale alle Elezioni Politiche in: Costa Rica (1993), El Salvador (1994), Colombia (1994), Messico (1994).
· Collaboratore del Programma del Dottorato in Educazione dell’Università di Costa Rica.
· Esperto di psicopedagogia interculturale
· Attualmente ha l’incarico di Prof. “Cultore di Scienze Sociali” presso l’Università di Pisa.
De Santi è stato relatore ufficiale in vari incontri internazionali organizzati dalle Agenzie dell’ONU: UNICEF, FAO, OMS e invitato speciale all’Università Pedagogica di Città del Messico e all’incontro mondiale di Pedagogia, Avana-Cuba, nonché relatore in incontri sui Diritti Umani in Bolivia, Perù, Guatemala, Honduras, El Salvador. Nell’ambito della sua costante partecipazione al movimento contro la guerra e per la riconversione a usi civili delle basi militari USA e NATO, ha organizzato missioni di Pace in Iraq e Giordania durante la prima guerra del Golfo e recentemente in Iran, nuovo bersaglio annunciato della guerra preventiva degli USA.
Iscritto sin da giovane studente alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, passa poi al PCI, militando nelle sue file e ricoprendo vari incarichi: segretario di Sezione, membro del Federale, responsabile energia del Regionale, membro del Dipartimento Sanità della direzione Nazionale. Nel 1986 si trasferisce in America Latina dove ha vissuto più di 10 anni, operando in stretto collegamento con le centrali sindacali, le forze politiche della sinistra, le Università, i centri per la difesa dei Diritti Umani e le associazioni ecologiste e pacifiste latinoamericane. Al suo ritorno, aderisce al progetto di Rifondazione Comunista a cui successivamente si iscrive, convinto, anche alla luce dall’esperienza latinoamericana, che il comunismo continua ad essere l’ideale fondamentale per dare una speranza concreta di liberazione dell’umanità dal bisogno e dall’ignoranza, attraverso un progetto politico di trasformazione globale della società mondiale.
Oggi, Massimo De Santi è fortemente impegnato nel movimento ecologista e in quello contro la guerra globale e permanente del neoliberalismo, in una prospettiva internazionalista. Non da ultimo il suo impegno nella difesa e nel rilancio della Costituzione Repubblicana, nata dalla resistenza antifascista.

mercoledì 26 agosto 2009

La Corte Europea dei diritti dell'uomo condanna il governo italiano per la gestione del G8, ma non rende giustizia a Carlo

Roma, 25 ago. 2009 – “La sentenza della Corte di giustizia europea sul caso Giuliani ha alcuni aspetti contraddittori e per certi aspetti ipocriti. Da un lato, infatti, dal punto di vista del diritto e del processo, la sentenza è sostanzialmente condizionata dalla ragioni di stato.
Ma vi è altresì un punto molto chiaro e sul quale noi abbiamo sempre combattuto. La sentenza afferma infatti che il parlamento e il governo italiano avrebbero dovuto dar luogo a una commissione d’inchiesta per accertare lo svolgimento degli eventi di quelle giornate drammatiche, verificare le catene di comando e le responsabilità relative a tutto quel che è accaduto.
Da questo punto di vista risulta ancora grave la responsabilità non solo del centrodestra che si è sempre opposta strenuamente, ma anche delle forze di opposizione, come i socialisti e Di Pietro, che nella scorsa legislatura sono venute meno agli impegni di coalizione facendo mancare i voti decisivi al varo della commissione. Queste forze, che spesso si professano paladini irreprensibili di legalità, nel caso di Carlo Giuliani e dei fatti di Genova hanno di che fare un serio esame di coscienza e ancora da dimostrare che stanno dalla parte della verità e della democrazia e non aprioristicamente da quella degli apparati dello stato”.
Giovanni Russo Spena
responsabile nazionale legalità del Prc-Se

lunedì 24 agosto 2009

RIFONDAZIONE COMUNISTA RICORDA PAOLO VOLPONI

Tu sei l’uomo
Tu sei l’uomo che nelle fiere appresti il tiro a segno con il gallo di ferro che colpito scoppia sulla polvere da sparo nel selciato.Che scavi il pozzo, che porti a maggio la croce di canna nel campo di grano. Tu freni il puledro, conduci la volpe prigioniera a tutte le case; tu fischi ai bovi nell’abbeverata che hanno le rane nell’orme.Tu sei l’uomo che porti alle ragazze il geranio e lo sposo. Tu arroti i coltelli e le falci. Tu insegni il fischio ai merli ed hai l’erba che sana il morso della vipera.

PAOLO VOLPONI , nato ad Urbino il 6 febbraio 1924, nella sua città si diploma al ginnasio-Liceo Sanzio e nel 1948 si laurea in Giurisprudenza. Nell’anno della laurea pubblica de “Il ramarro” (raccolta di versi) per le edizioni dell’Istituto d’arte di Urbino, con la presentazione di Carlo Bo.Scrittore dalla prosa complessa, affascinante, difficilmente classificabile, occupa un posto appartato e speciale nell’ambito della letteratura italiana del XX° secolo senza godere d’una fama paragonabile a quella dei Calvino, Moravia, Pasolini, Morante e si guadagna da vivere lavorando alla Olivetti. Nel 1955 pubblica la raccolta di poesie “L’antica moneta” e nel 1960 con la terza raccolta poetica, “Le porte dell’Appennino”, si aggiudica il premio Viareggio.Volponi esordisce nella narrativa col romanzo “Memoriale” (1962),tradotto in ben undici lingue, ottiene il premio dei Librai milanesi e nel 1963 il premio Marzotto, prosegue con “La macchina mondiale” (1965),vince il premio Strega, “Corporale” (1974) del quale due episodi dal titolo “La barca Olimpia” e “Olimpia e la pietra” erano già stati pubblicati sulla rivista «Paragone-Letteratura» nel 1968Nel 1974 esce la raccolta di versi “Foglia mortale” e l’anno dopo il romanzo “Il sipario ducale”, con il quale lo scrittore si aggiudica per la seconda volta il premio Viareggio.Nel 1979, esce il romanzo “Il pianeta irritabile”. e nel 1980 esce una scelta delle raccolte di versi precedenti col titolo “Poesie e poemetti (1946-1966)”.Negli anni successivi Volponi prosegue nella sua produzione letteraria con il romanzo “Il lanciatore di giavellotto” e viene eletto nel 1983 senatore nelle liste del PCI come indipendente.Nel 1986 esce una raccolta di poesie inedite: “Con testo a fronte” (Premio Mondello 1986). Nel 1989 pubblica il romanzo “Le mosche del capitale” e l’anno successivo la raccolta “Nel silenzio campale”.Nel 1991 pubblica il romanzo “La strada per Roma” con cui ottiene, per la seconda volta, il premio Strega. Nello stesso anno entra a far parte del gruppo di senatori di Rifondazione comunista e nel 1992 è eletto di nuovo senatore, carica che abbandona per motivi di salute l’anno successivo.Il 23 agosto 1994 Paolo Volponi muore all’Ospedale «Le Torrette» di Ancona dove era stato ricoverato nel reparto nefrologico.“Il leone e la volpe”, dialogo scritto a quattro mani con Leonetti, esce postumo l’anno della sua morte.

sabato 22 agosto 2009

IMMIGRATI – FERRERO: “BOSSI NON FACCIA IL FURBO. POLITICA LEGA DI STAMPO NAZISTA”

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se:

Roma, 22 ago. 2009 – “Bossi non faccia il furbo chiamando in causa l’atteggiamento della chiesa nei confronti dei fenomeni migratori. In realtà la politica della Lega Nord è a suo modo alquanto somigliante e coerente rispetto quella dei nazifascisti: è una politica che alimenta e induce il razzismo, esalta la segregazione e ricorre alla logica del capro espiatorio contro gli avversari e le categorie deboli.
Il problema non sono qualche centinaio di profughi e di rifugiati in fuga dalle guerre tra le due sponde del Mediterraneo. Il problema è che al governo di questo paese ci sia un partito con un’ideologia di stampo cripto nazista, che fomenta il razzismo e introduce il reato di clandestinità, utilizzato tra l’altro per favorire il lavoro schiavistico a vantaggio del tessuto di imprenditori disonesti che costituiscono la base sociale del leghismo”.

73 MORTI e nel sul sito della Lega impazza il gioco "Rimbalza il clandestino"

Mentre l'ennesima strage di migranti in mare suscita sdegno e sgomento, su Facebook gli internauti leghisti si divertono a far sparire con un clic le barche con gli immigrati a bordo. Vince chi riesce a rimandare indietro più extracomunitari. Ogni volta che un barcone viene respinto, si viene avvisati con il suono di una campanellina. Si chiama "Rimbalza il clandestino", ed è un'applicazione sviluppata all'inizio di questa estate e disponibile sulla pagina ufficiale su Facebook della Lega Nord. Da qui può essere condivisa e pubblicizzata su ogni profilo. Ad amministrare la pagina del Carroccio è il figlio di Umberto Bossi, Renzo, classe 1988, affiancato nell'opera da Fabio Betti, un altro leghista doc. Proveniente dal movimento dei giovani padani, Betti è legato da un'amicizia non solo virtuale a Renzo, ed è stato spesso definito come l'"uomo facebook" del Carroccio. E' lui a pubblicare link, notizie e ad aggiornare la bacheca. E, all'inizio di giugno, si è presentato come l'ideatore di "Rimbalza il clandestino". "Abbiamo deciso di puntare molto sull'interattività e sulla Rete - aveva spiegato, introducendo l'applicazione interattiva - cercando di coinvolgere, scherzosamente, i giovani, e di sensibilizzarli su quello che, in reatà, è un fenomeno reale che affligge le nostre coste". E chissà se, insieme all'amico Renzo, immaginava che la realtà di questi giorni avrebbe potuto drammaticamente superare l'obiettivo del suo giochino virtuale. L'applicazione, che ha anche una pagina di fan, è introdotta da poche righe di spiegazione: "L'obiettivo di questo gioco è mantenere il controllo dei clandestini che arrivano in Italia". Su una schermata viene raffigurata la nostra penisola, insieme a delle boe e dei salvagenti. Ovviamente nessuno riceverà mai alcun salvagente, perché l'unico scopo del giocatore è quello di far sparire la barca apparsa all'improvviso, cliccandoci sopra con il mouse, da una fino a cinque volte. I punti che si ricevono per ogni imbarcazione colpita dipendono dalle sue dimensioni: uno per quelle più piccole, fino ad un massimo di cinque. Gli sbarchi avvengono lungo tutte le coste, anche quelle della Liguria. Una barra, in alto, tiene traccia delle imbarcazioni rimandate indietro: "Se la barra sarà al massimo - spiegano le istruzioni - vorrà dire che avrai dimostrato la tua bravura e potrai passare al prossimo livello". Più si va avanti, e più i "nemici" da respingere si moltiplicano. Perde chi non riesce a far sparire abbastanza barconi. In questo caso si riceve il classico messaggio di "game over", accompagnato da un invito a ritentare la fortuna: "Prova ancora. Vedrai che la prossima volta riuscirai a dimostrare di essere un vero leghista".
Altro gioco che si inserisce nella campagna leghista dell'estate per coinvolgere i giovani internauti nelle sue iniziative virtuali è "Converti il comunista": lo scopo è quello di trasformare il "triste e logoro comunista in un felice leghista". Perché la conversione sia portata a termine, bisogna "illuminare" il comunista con il Sole delle Alpi, il simbolo racchiuso nel contrassegno della Lega Nord. Nel fare ciò, si dovrà fare attenzione ai pomodori che Veltroni e Franceschini tireranno contro la persona da convertire.
di MARCO PASQUA
la Repubblica.it

venerdì 14 agosto 2009

La tensione è creata da Berlusconi e dalla Lega

Senza molti giri di parole e retorica riteniamo che il clima di tensione sociale costruito intorno alla figura degli immigrati, sia causato ed aggravato dal meschino e strumentale comportamento di alcune forze politiche. Queste sono unite in una coalizione di governo che come unico retaggio elettorale e collante politico usa il continuo e perseverante obbiettivo di destabilizzare la pacifica convivenza dei cittadini e dei lavoratori italiani. Il commercio illegale va perseguito proprio perché illegale nei tempi e nei modi dettati dalla legge. Meglio sarebbe aggredirlo alla radice piuttosto che arrancare nella repressione della piccola distribuzione quando il danno economico con la contraffazione c’è già stato e la merce è già in circolazione. Altra cosa è la disgregazione sociale e la frantumazione morale che il reato di clandestinità sta già creando dopo solo pochi giorni dalla sua introduzione. I vigili urbani non sono le “guardie” di nessuno tanto meno della nuova destra forcaiola e antinazionale. I cittadini non sono partigiani e difensori dell’uno o dell’altro. L’ordine pubblico deve essere gestito dallo Stato e dalle Istituzioni, non dagli sceriffi e dalle ronde. In questo i dati del Viminale parlano chiaro; tutti i reati in Italia sono in diminuzione. Che il Ministro Maroni se ne faccia finalmente una ragione e che il Governo finisca di strumentalizzare il clima di allarmismo fomentato ed a volte creato “ad hoc” dai suoi dipendenti dei mass media per coprire le contraddizioni e le difficoltà dell’esecutivo! Questi giorni dove il nostro paese è stato coperto di immondizia, non per sola colpa della disorganizzazione, ci dimostrano quanto le persone debbano essere educate ad una vita civile e non diseducate! Ci appelliamo quindi al buonsenso del Sindaco Ubaldi che invitiamo in primo luogo a non seguire la parte più oltranzista della sua maggioranza che già propone di armare i Vigili Urbani ed in secondo luogo a prendere le distanze dalle ronde e dal decreto sicurezza come già hanno fatto numerose associazioni per i diritti umani, la Chiesa Cattolica e tutta l’opposizione compreso il leader dell’UDC Pierferdinando Casini!
Il Segretario del circolo PRC “G.Puletti”
Luca Falaschini

sabato 1 agosto 2009

Crisi: La Regione Marche sostiene i marchigiani in difficoltà nonostante Berlusconi annunci tagli ai fondi per il sociale.

In arrivo i 4.370.000,00 euro del Fondo di solidarietà per il lavoro e le fragilità sociali incluso nella manovra anti crisi varata dalla Regione Marche. Si è già infatti provveduto al pagamento del sussidio mensile previsto per i primi quattro mesi, alle 1.820 persone che, in base al reddito ISEE, rimodulato nei modi previsti dal bando d’accesso, sono stati individuati all’interno di coloro che hanno presentato la richiesta di contributo. Il sussidio è pari a 200 euro mensili, per un massimo di dodici mesi, ed è erogato in quote quadrimestrali di 800 euro ciascuna. La somma interessa quei lavoratori dipendenti che, alla data di presentazione della domanda, risultavano residenti nella Regione Marche e disoccupati a causa di licenziamento o mancato rinnovo di un contratto a termine. In questa maniera arriva a compimento la parte relativa ai contributi di solidarietà del Piano anti crisi della Giunta Regionale per il sostegno alle famiglie in difficoltà a causa della crisi occupazionale in atto, approvato dall’esecutivo con la deliberazione n. 250 del febbraio 2009 a seguito del protocollo d’intesa sottoscritto con le organizzazioni sindacali. Si tratta di un aiuto concreto che avviene in tempi certi, con modalità concordate nei tavoli di concertazione con le parti sociali e dimostra ancora una volta la sensibilità e l’attenzione dell’Amministrazione regionale nei confronti dei bisogni dei suoi cittadini. Nonostante il governo nazionale abbia già annunciato ufficialmente un taglio di 120 milioni di euro sul fondo destinato alle Regioni per le politiche sociali, pari a 14 milioni 204 mila euro per la Regione Marche, la Giunta regionale ha deciso di intensificare le politiche di contrasto alla crisi economica destinando risorse ancora maggiori. Il dovere di soddisfare i bisogni delle persone colpite dalla crisi economica, per i quali ogni ritardo potrebbe aggravare la già precaria situazione, ha indotto la Regione ad attivare la collaborazione con i CAF (Centri di Assistenza Fiscale), emanazione di organizzazioni sindacali ed imprenditoriali, che operano sull’intero territorio regionale con una rete capillare di sportelli tale da avvicinare i cittadini alla pubblica Amministrazione, di andare incontro alle esigenze delle persone, di creare quella rete di solidarietà che ci fa sentire parte di una comunità. Il servizio, per l’utenza è stato svolto a titolo gratuito e gli oneri sono stati posti a carico del bilancio regionale. Queste azioni di tutela nei confronti dei soggetti più deboli contribuiscono a rafforzare la resistenza della comunità marchigiana, poiché è importante che nessuno resti solo ad affrontare le difficoltà di questo periodo così difficile per l’economia globale.Sulla base delle richieste pervenute, le risorse sono state distribuite sull’intero territorio regionale. Nella Provincia di Ancona (28,22%), Pesaro e Urbino (25,52%), Macerata (18,55%), Ascoli Piceno (16,94%), Fermo (10,77%). Il sostegno economico interessa i lavoratori licenziati (54,15%), dimessi per giusta causa (1,70%) e lavoratori subordinati, inclusi i contratti di apprendistato e a progetto, ai quali non è stato rinnovato un precedente contratto (44,15%).
Marco Amagliani
Assessore ai Servizi sociali della Regione Marche