mercoledì 30 settembre 2009

Lo scudo della vergogna passa grazie a Pd e Udc

Contro lo scudo fiscale, lo scudo della vergogna, il Pd fa ostruzionismo per 4 ore e 32 minuti ma manca clamorosamente, nel pomeriggio, il colpo del ko. Al voto sulla pregiudiziale di costituzionalità al decreto anti-crisi che contiene lo scudo fiscale, l'opposizione si presenta a ranghi troppo sguarniti. 59 i deputati assenti del Pd (il 27.3%, più di un eletto su quattro), 8 dell'Udc (21,6%), 2 dell'Idv (7,7%). Così la pregiudiziale viene agevolmente respinta dalla maggioranza: 267 no, solo 215 i sì, 3 gli astenuti. Sulla carta Pd, Idv e Udc hanno 280 deputati. Non c'erano. Assenze pesanti di numero e di nome. Dei «big» hanno sostenuto il sì all'incostituzionalità dello scudo solo Pier Casini(Udc), Antonio Di Pietro (Idv) e Piero Fassino (Pd). Assenti entrambi i candidati democratici alla segreteria eletti alla camera (Marino è senatore), che per tutto il giorno hanno battibeccato tra loro sul congresso (vedi pagina a fianco). Pierluigi Bersani festeggiava il suo compleanno. Mentre Dario Franceschini era a Caorso per un'iniziativa contro il nucleare. In aula non c'era ma non ha mancato di tuonare a distanza contro lo scudo fiscale: «E' un condono, uno schiaffo a tutti gli italiani onesti che pagano le tasse e che vedono chi ha truffato la legge venire premiato senza conseguenze penali. È una vergogna». Ma non sono i soli a non aver votato contro lo scudo. Non c'erano D'Alema e Fioroni. Assenti tanto l'ex operaio Thyssen Boccuzzi quanto l'ex Confindustria Calearo o l'ambientalista Realacci. Spariti gli ex ministri Damiano, D'Antoni, Pollastrini, Turco, Bindi. Assenze «fisiologiche», commentano al gruppo del Pd, rimarcando invece il valore dell'ostruzionismo.Quattro ore dopo il governo, dopo un po' di buriana sugli emendamenti, mette la questione di fiducia. Per Berlusconi è la 25sima in 17 mesi. Il decreto diventerà legge e la palla passerà al Quirinale. Sulla scrivania di Napolitano arriva un provvedimento che ha dell'incredibile. In nessun paese del mondo la sanzione per il rientro dei capitali all'estero è solo del 5%. Negli Usa, per dire, la tassa è del 49%, a Londra il 44%, in Francia addirittura del 100%. In nessun paese del mondo lo stato garantisce l'anonimato agli evasori, persone o società. In nessun paese del mondo c'è il condono tombale per falso in bilancio, false fatture etc. Le maglie sono state perfino allargate. Si può portare a casa di tutto: soldi e quote societarie ma anche yacht, quadri, gioielli e ville nascosti nei paradisi fiscali.Le banche italiane insomma incasseranno tanto, prenderanno la loro percentuale e saranno mute come banche svizzere, non segnaleranno nulla a nessuno, se non in caso di terrorismo. E' un affare che vale, secondo l'Associazione italiana dei private bankers citata dall'agenzia delle entrate, quasi 300 miliardi di euro. A tanto ammonterebbero i risparmi degli italiani all'estero (vedi box in alto). Non manca la beffa: «E' l'ultima opportunità per mettersi in regola», assicurano dalla guardia di finanza. Eppure Tremonti ci prova per la terza volta. Con gli scudi fiscali del 2001 e del 2003 sono emersi 73,1 miliardi. E lo stato ha incassato solo 2,1 miliardi di euro. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è cauto sul gettito del suo scudo 3.0. Ma si difende: «Non credo che la criminalità si servirà di questo strumento». Obiettivo dichiarato del condono stavolta sono le imprese del Nord. Non a caso la Lega è entusiasta. Domani Tremonti sarà a Goteborg per l'Ecofin, la riunione dei ministri europei dell'Economia. Fino a qualche tempo fa era candidato a «Mr. Euro» dopo il lussemburghese Juncker. Ma i tempi cambiano. Francia e Germania premono sui paradisi fiscali (contro Regno unito e Benelux). Il condono tombale sui soldi sporchi non è il miglior biglietto da visita per una nomina così qualificata. Non a caso, è Mario Draghi il nome che conta nella finanza internazionale. Anche il governatore di Bankitalia sarà a Goteborg. Non è escluso che possa tornare a esternare i suoi dubbi, come già fece a luglio, sulle norme del governo.
di Matteo Bartocci
su il manifesto del 30/09/2009

sabato 26 settembre 2009

«Mangano ad Arcore d'intesa con i boss»

Parole dure quelle del Procuratore generale al processo Dell'Utri. «Mangano fu assunto nella tenuta di Arcore di Berlusconi per coltivare interessi diversi da quelli per i quali fu ufficialmente chiamato». Così il magistrato Antonino Gatto è entrato subito nel vivo, ieri nell'aula della Corte di appello di Palermo, della requisitoria del processo a Marcello dell'Utri (oggi senatore Pdl) per concorso esterno in associazione mafiosa. Il parlamentare è stato condannato in primo grado a 9 anni di carcere. Ma ecco il seguito del ragionamento di Gatto: si dice che l'assunzione di Mangano fu legata alla necessità che avevano tanti imprenditori di «proteggersi» dai sequestri. Una tesi che non convince. «Ma davvero non fu possibile trovare in Brianza persone capaci? In realtà Mangano era ad Arcore per «roteggere» Berlusconi. «Era il simbolo vivente - ha concluso il pg - della tutela da parte di Cosa nostra a Silvio Berlusconi».
Liberazione del 26/09/2009

FONDI PER LE POLITICHE SOCIALI, LA REGIONE MARCHE SI RIFIUTA DI FIRMARE L’INTESA CON IL GOVERNO BERLUSCONI

Il governo Berlusconi continua a tagliare pesantemente il Fondo unico per le politiche sociali.Il Fondo - istituito nel 2001 in attuazione delle legge 328/00 per riformare il sistema integrato degli interventi e servizi sociali - viene ripartito annualmente alle Regioni che trasferiscono ai comuni una importante disponibilità finanziaria da utilizzare per incrementare, qualitativamente e quantitativamente, la rete dei servizi sociali in base al Piano sociale regionale. I tagli, aumentati con la recente finanziaria, sono iniziati nel 2008 con una riduzione di circa 300 milioni rispetto all’anno precedente. Tale fondo è stato pesantemente ridotto dal decreto di riparto di quest’anno che lo limita a 518.226.539,00 euro.Le conseguenze per le Marche sono nefaste: se nel 2007 ricevevano dallo Stato 24.914.505,11 di euro di fondo sociale, nel 2008 l’importo si è ridotto a 17.562.813,36 di euro, per arrivare quest’anno a 13.864.726,00 di euro. Un taglio di quasi il 50% operato nel giro di due anni. Un atto che avrà ripercussioni violentissime sulla tenuta del sistema sociale del paese e della nostra regione specie in una fase di crisi occupazionale come quella che stiamo attraversando. La recente finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri prevede altri tagli per il 2010: i 518.226.539,00 di euro di quest’anno si ridurranno infatti a poco più di 100 milioni di euro per scomparire del tutto l’anno successivo.Una situazione più volte denunciata dalle Regioni (comprese quelle di centro destra) al punto da far chiedere al Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, il blocco delle riunioni fino a che lo stesso Presidente del Consiglio non avesse dato rassicurazioni sul reintegro della somma tagliata del fondo unico sociale, ma anche sulla prosecuzione del trasferimento alle Regioni del fondo per la non autosufficienza (altro ingiustificabile taglio al sistema sociale). Vista la totale sordità di questo governo, ho ritenuto di lanciare un messaggio forte in occasione della riunione della commissione degli assessori regionali alle politiche sociali che si è tenuta ieri, 23 settembre. Mi sono rifiutato, unica regione a farlo, di accordare l’intesa col governo sul decreto di riparto del fondo unico di quest’anno. Un gesto deciso per oppormi ad una politica folle che continua ad umiliare i cittadini che vivono in situazioni di disagio togliendo loro quel poco che avevano avuto a disposizione in questi ultimi anni.Una situazione allucinante come il modo di governare di questa maggioranza, specie quando si tratta di interventi a tutela e garanzia dei diritti dei più deboli; decisioni vergognose di un governo che taglia da una parte lasciando inalterati i privilegi dei più forti, di coloro che hanno provocato la crisi che stiamo attraversando.
Marco Amagliani
Assessore ai Servizi sociali della Regione Marche

mercoledì 23 settembre 2009

AFGHANISTAN, RITIRARSI SUBITO! SCANDALOSO CHE IDV E LEGA CONTINUINO A PARLARE DI RITIRO MA NON PRESENTINO UNA MOZIONE!

L’ennesimo ferito, tra i soldati italiani in servizio in Afghanistan, prelude soltanto ad ennesimi lutti e disastri per le nostre truppe come per la popolazione civile. Dall’Afghanistan bisogna andarsene al più presto, cioè subito. Le chiacchiere stanno a zero, a partire da quei partiti - dalla Lega Nord di Bossi all’Idv di Di Pietro - che vanno in televisione a farsi belli dicendo che bisogna ritirare le truppe ma poi si guardano bene dal presentare, in Parlamento, una mozione che obblighi il governo a ritirare le truppe. Uno scandalo politico dentro il tragico scandalo della guerra.
Paolo Ferrero
Segretario Nazionale PRC-SE

FALSO IN BILANCIO, APPELLO A NAPOLITANO: NON FIRMI. SI TRATTA DI UN’AMNISTIA DI FATTO, IMMONDA E ANTICOSTITUZIONALE.

Lo scudo fiscale approvato ieri dal Senato della Repubblica era già una vergogna in sé, dopo l’introduzione dell’emendamento che depenalizza il falso in bilancio siamo ormai in piena collusione, da parte della maggioranza della Pdl e del governo Berlusconi, con i peggiori e più lerci personaggi e interessi del malaffare.
Peraltro, il falso in bilancio configura, di fatto, un’amnistia, il che vuol dire che è stata introdotta nell’ordinamento una legge incostituzionale, visto che per votare e approvare un’amnistia o un indulto serve la maggioranza qualificata dei 2/3.
Di fronte a queste ripetute e impunite forme di riciclaggio di stato per il denaro frutto dell’evasione fiscale ma anche del denaro frutto del traffico di eroina, cocaina, armi, della tratta delle persone e chi più ne ha più ne metta (basta solo che si versi la modesta tangente del 5%) quello che prima era inutilizzabile in Italia viene reso legale e pienamente lecito: siamo al riciclaggio di stato, appunto.
In questo quadro da basso impero vogliamo fare un appello molto forte al Presidente della Repubblica: la legge sullo scudo fiscale non può e non deve essere promulgata perché è anticostituzionale. Napolitano non firmi quella legge. Il Presidente della Repubblica è il garante Costituzione e non può piegarsi alla sua palese violazione da parte del governo.
Paolo Ferrero
Segretario Nazionale PRC-SE

NUCLEARE, LA REGIONE MARCHE RICORRERA' ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL GOVERNO

Le Marche hanno scelto di dire un no deciso al Nucleare, ma soprattutto alle modalità di realizzazione dei programmi, previste dal Parlamento con l’approvazione della legge 99 del 2009. Modalità che autorizzano a “superare” le scelte dei territori – Regioni ed Enti locali – evidenziate da una lettera a firma congiunta dai presidenti nazionali di WWF, Legambiente e Greenpeace sottoposta e condivisa dalla giunta regionale nell’ultima seduta.
In sostanza la giunta regionale, accogliendo la proposta, presenterà entro il 29 settembre, ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge 99 per motivi di incostituzionalità legata ai poteri delle Regioni previsti dal Titolo V della Costituzione.
Il Parlamento, con la legge 99 – dice la lettera delle associazioni ambientaliste – ha creato le condizioni giuridiche per scavalcare le Regioni e ridurre le possibilità di informazione dei cittadini fino ad arrivare a militarizzare gli impianti per la cui localizzazione è prevista una proposta da operatori privati.
Esistono i presupposti giuridici per ricorrere contro la delega nucleare al Governo supportati da diverse sentenze della Corte in materia di energia. La Legge 99, infatti, esclude le Regioni e gli Enti locali dalla decisione sulle localizzazioni degli impianti nucleari - equiparandoli ad aree militarizzate - per la produzione dell’energia elettrica, sugli impianti per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi o per lo smantellamento degli impianti nucleari, non tenendo conto di quanto stabilito dal Titolo V della Costituzione sui poteri delle Regioni in materia di governo del territorio e sul rispetto del principio di leale collaborazione istituzionale.
Alle Regioni, in sede di Conferenza Unificata, viene chiesta l’intesa solo per la costruzione e l’esercizio degli impianti e non per la localizzazione che rimarrebbe in capo al solo Governo.
Il ricorso alla Consulta per gli stessi motivi è stato già proposto da Piemonte, Liguria, Toscana e Calabria.
Marco Amagliani
Assessore all’Ambiente della Regione Marche

Comunicato stampa sullo sbarramento elettorale alle regionali

I ladri di democrazia continuano ad agire, come sempre, nell’ombra e di soppiatto. Così è iniziato alla Commissione Affari Istituzionali della Camera l’esame urgente di una proposta di legge che dovrebbe modificare, a pochi mesi dalle elezioni, i sistemi elettorali regionali.Come sempre la parola magica è sbarramento perché in questo modo si vuol cancellare anche la rappresentanza del dissenso e che nelle ultime elezioni europee ha consentito di escludere i rappresentanti di ben il 15% degli elettori da Strasburgo. I gruppi consiliari del PRC e del PdCI ritengono necessario che su temi come questi si apra un confronto chiaro e aperto poiché non si può accusare il governo Berlusconi di atteggiamenti liberticidi e poi magari, nel grigio delle commissioni parlamentari, favorire quelli che sono veri e propri golpe.Proprio per questo abbiamo presentato un ordine del giorno al Consiglio regionale delle Marche che vogliamo sia urgentemente discusso e ci auguriamo approvato e soprattutto condiviso da tutto il resto del centro sinistra.
Cesare Procaccini, capogruppo PDCI Regione Marche
Giuliano Brandoni, capogruppo PRC Regione Marche

lunedì 21 settembre 2009

AFGHANISTAN, LE CHIACCHERE STANNO A ZERO. LEGA E IDV PRESENTINO UNA MOZIONE PARLAMENTARE PER IL RITIRO DELLE TRUPPE

Sull’Afghanistan le chiacchiere stanno a zero. Proprio per il massimo e asssoluto rispetto che nutriamo nei confronti delle vittime italiane, soldati che hanno commosso tutto il Paese, come pure verso quelle civili afghane, vittime di cui invece purtroppo nessuno parla, è necessario che la politica adotti comportamenti conseguenti alle parole. Le diverse forze politiche - dalla Lega Nord di Bossi all’idv di Di Pietro - che hanno chiesto, a parole, il ritiro del nostro contingente militare, siano conseguenti con le loro belle affermazioni e presentino in Parlamento una mozione che impegna il nostro Paese a ritirare le nostre truppe. Noi ci impegniamo sin da ora a sostenere tale mozione con attività di mobilitazione nelle piazze e tra la gente, come stiamo facendo a partire da oggi. Altrimenti vuol dire che Lega e Idv fanno solo parole. Chiacchiere vuote e inutili, di fronte a tutti questi morti.

venerdì 18 settembre 2009

FESTA REGIONALE DI LIBERAZIONE SERATA DEI GIOVANI COMUNISTI

SERATA GIOVANI COMUNISTI:
ORE 19 APERITIVO LETTERARIO con la presentazione del libro "l'arte della democrazia" di Claudio Gaetani e Mauro Peroni
ORE 21 Live Raindogs
ORE 23 performance dei NEVROSHOKINGIOCHI
DOPO MEZZANOTTE serata ellettronica a cura dell'agenzia MUKKAKE

























Menù della giornata:
  • PAPPARDELLE AL CINGHIALE
  • MACCERONCINI AL FUME'
  • TORTELLINI AL FUME'
  • STINCO DI MAIALE AL FORNO CON PATATE
  • ARISTA IN PORCHETTA
  • PIATTO FREDDO (formaggio e affettati)
  • PATATINE FRITTE
  • INSALATA VERDE

CORRIDONIA (MC) - VILLA FERMANI- SABATO 19 SETTEMBRE 2009

Ferrero: "Ritiriamo subito le truppe. Nulla giustifica la loro presenza in Afghanistan"

Alle famiglie delle vittime dell'attentato che ha subito un mezzo militare dell'Esercito italiano a Kabul va tutta alla nostra piena solidarietà, il nostro profondo cordoglio e un abbraccio forte, però non possiamo esimerci dal notare come la presenza del contingente militare italiano in Afghanistan è frutto e figlia di una scelta politica e strategica, oltre che militare, assurda e sbagliata. Le truppe italiane vanno ritirate subito. Peraltro, anche la giustificazione della loro presenza con la necessità di garantire lo svoglimennto di elezioni libere e democratiche, in Afghanistan, è stata del tutto vana e inutile, come dimostrano ed hanno denunciato i colossali brogli subiti dalle opposizioni al governo Karzai, denunce fatte da tutti gli osservatori internazionali, da quelli dell'Onu a quelli dell'Unione Europea. Il governo karzai è un governo fantoccio, succube alla politica statunitense, e odiato dai suoi stessi cittadini. L'amministrazione Obama, se vuole davvero dare il segno del cambiamento, dall'era Bush, anche in politica estera, sgomberi l'Afghanistan dalle sue truppe, convinca gli alleati occidentali a fare lo stesso e garantisca all'Onu la possibilità di dare il via a una vera, seria e reale conferenza di pace, che va fatta con tutti, anche con i nemici talebani. L'Italia assecondi questo progetto, e torni ad avere un filo di credibilità internazionale, ordinando l'immediato rientro a casa dei nostri soldati.
Paolo Ferrero
Segretario nazionale del Prc-Se

domenica 13 settembre 2009

“CON LA FEDERAZIONE E LA GESTIONE UNITARIA SI APRE UNA FASE NUOVA A SINISTRA”

Roma, 13 set. 2009 – Il Comitato politico nazionale del Prc, svoltosi nel finesettimana a Roma, ha concluso questo pomeriggio i propri lavori con l’approvazione, avvenuta col consenso di oltre l’80 per cento dei membri del parlamentino del partito, del documento proposto dalla segreteria nazionale.
Il documento contiene le indicazioni per la prossima fase politica attraverso tre assi portanti: la costruzione della federazione della sinistra di alternativa; la gestione unitaria del partito, con il conseguente allargamento della segreteria nazionale a due esponenti (Rosa Rinaldi e Angusto Rocchi) della minoranza (ex vendoliana) uscita sconfitta dal congresso di Chianciano e indebolita dalla successiva scissione; le campagne politiche d’autunno, a partire dal contrasto alle politiche del governo e dal protagonismo delle e nelle lotte sociali.
In merito alle conclusioni del Comitato politico nazionale, il segretario del Prc, Paolo Ferrero, ha dichiarato:
“Con la decisione di oggi finisce definitivamente la dolorosa e funesta fase delle scissioni e delle spaccature che hanno lacerato Rifondazione e la sinistra; una fase durata sin troppo a lungo e dagli effetti indiscutibilmente nefasti in termini di riconoscibilità, credibilità e organizzazione dell’iniziativa politica del partito e della sinistra.
Da questo momento di apre una nuova fase per guardare avanti. Da un lato attraverso la gestione unitaria del partito. Dall’altro con la federazione, da intendersi come costruzione di uno spazio unitario su basi programmatiche per tutta la sinistra di alternativa: un percorso da realizzare dal basso, rivolgendosi in modo aperto e diretto a soggetti organizzati e singoli, attraverso pratiche democratiche che allarghino gli spazi di partecipazione e si propongano come forma e sostanza di un agire politico comune, a partire dalla dimensione del progetto e dall’iniziativa politica, intrecciandole coi conflitti sociali e con le grandi battaglie civili e culturali”.

venerdì 11 settembre 2009

Interrogazione in Regione del PRC sul caso della centrale operativa fantasma della Protezione Civile a Porto Recanati

Ancona, 11 settembre 2009
Al Signor Presidente
dell'Assemblea Legislativa
delle Marche
Oggetto:Interrogazione in merito alle vicende della sala per la Protezione Civile del comune di Porto Recanati.

Il sottoscritto Consigliere regionale

apprese dagli organi di informazione le notizie relative alla realizzazione e all'inaugurazione, alla presenza del responsabile della Protezione Civile nazionale Guido Bertolaso e del suo omologo regionale Roberto Oreficini, della sala della Protezione Civile del comune di Porto Recanati, nonché del suo successivo e repentino smantellamento, immediatamente successivo all'inaugurazione;

considerato che
seppure la vicenda, per come si è andata sviluppando sulla stampa locale, abbia assunto i toni di una querelle locale tra le forze di maggioranza e minoranza di Porto Recanati, essa investe questioni, quali quelle legate alle attività di protezione civile, a cui i cittadini prestano estrema attenzione, la cui importanza meriterebbe che ne venisse evitato un uso strumentale e propagandistico e rischia di creare imbarazzo in una tra le prime eccellenze della nostra Regione, quale è appunto la struttura della Protezione Civile regionale che ha dato, nelle più diverse occasioni, prova di efficienza e capacità organizzativa e che non merita di veder ridicolizzata la propria immagine ed inficiata la fiducia di cui gode presso la popolazione marchigiana perchè trascinata suo malgrado in vicende di questo livello

interroga il Presidente della Giunta regionale

per conoscere quale sia la situazione aggiornata della sala in questione e della altre strutture periferiche di protezione civile realizzate dagli Enti locali nonché quali azioni la Giunta intenda porre in atto al fine di salvaguardare la struttura regionale di Protezione Civile dai tentativi di strumentalizzazioni propagandistiche da chicchessia posti in essere.
Il Consigliere regionale
Capogruppo PRC-SE
Giuliano Brandoni

giovedì 10 settembre 2009

"Le Ombre Rosse" di Maselli contro il suicidio della sinistra

Devo confessarlo – Citto, me lo potrai mai perdonare? – sono andata a vedere “Le ombre rosse”, l’ultimo film di Citto Maselli, con un carico di diffidenza e preconcetto. Stranamente, avendo il film tutti gli “ingredienti” per attirarmi.Sono andata a vedere questo film immaginando di trovarmi di fronte ad un pamphlet didascalico e noioso. Ed invece mi sono ritrovata di fronte ad una dolente riflessione, che mi ha scavato dentro. E mi sono cinematograficamente trovata di fronte ad un’opera corale, dove ogni figura è archetipo dei vizi, annosi ed esiziali, della sinistra. Già in “Lettera aperta a un giornale della sera”, quarant’anni fa, Maselli ci metteva in guardia da certe derive dell’intellettualità di sinistra. Sembra quasi che in questi decenni questa intellettualità sia stata solo capace di scollarsi ancor più dalla realtà, di parlarsi addosso senza costrutto, di non vedere intorno a sé una realtà che andava mutando. E i clacson finali della destra in festa per la vittoria elettorale, infatti, colgono di sorpresa i nostri intellettuali, presi dalle loro conversazioni astratte. Loro non sapevano. Loro non immaginavano. Loro non credevano. Ombre rosse, appunto. Ombre.Una denuncia dei nostri limiti per svegliarci dal torpore che ci ha colto. Un grido di dolore di chi – militante di vecchia data - non può e non vuole accettare una sinistra che in gran parte si è suicidata. Non può e non vuole e non crede che questa possa essere la fine di tutto. Un monito per tutte e tutti noi affinché si cambi strada ora: forse non è troppo tardi.Alla fine, prima dei titoli di coda, ho avuto un soprassalto di commozione. Il film ha anche una dedica. E’ dedicato a Sandro Curzi. E sono certa che il “nostro” direttore avrebbe molto amato questo film.
Federica Pitoni
www.esserecomunisti.it

COMUNICATO STAMPA 10/9/09:

Il PRC di Porto Recanati intende precisare che il sig. Franco Giordano non è un tesserato del PRC e che appartiene ad un movimento politicamente non vicino al nostro Partito. Ringraziamo il Corriere Adriatico per la pubblicità gratuita che ci ha offerto oggi nel giornale ma allo stesso tempo invitiamo la stampa locale ad essere più attenta alle questioni politiche che riguardano la sinistra e a dare una corretta informazione ai lettori. Sicuramente l’equivoco nasce dal fatto che si presenti Giordano come ex segretario nazionale del PRC (cosa corretta) ma il PRC è totalmente estraneo all’iniziativa odierna tanto da non essere stato neppure invitato.
Ciò nonostante auguriamo una buona riuscita dell’assemblea ed una profonda riflessione sull’attuale difficile situazione del Paese ma anche sul reale significato di una Sinistra “unita e plurale”.
Luca Falaschini
Segretario Circolo PRC “Guido Puletti”

mercoledì 9 settembre 2009

GIUDICI, ATTACCHI DEL PREMIER INACCETTABILI. SUBITO REFERENDUM SUL LODO ALFANO!

Le inchieste aperte dalle procure di Milano e Palermo sulle stragi di mafia e sui rapporti tra mafia e gruppi politici ai tempi delle stragi devono poter andare avanti, senza timori reverenziali verso niente e nessuno. Ha ben ragione l’ANM a protestare contro Berlusconi e i suoi tentativi di intimidazione e indebita pressione contro e sui magistrati.
D’altra parte, è evidente che quelli che i depistaggi e le minacce che Berlusconi cerca di mettere in atto sono il frutto più avvelenato e peggiore del lodo Alfano, lodo che la Corte costituzionale discuterà il 6 ottobre, probabilmente dichiarandolo anti-costituzionale, e che rende i cittadini diseguali di fronte alla legge, visto che permette al premier una sostanziale e infinita impunità e immunità.Una vera vergogna contro la quale, come Rifondazione comunista, ci siamo già battuti e ci continueremo a battere assieme a molte altre forze politiche e sociali con la raccolta di firme e poi con la messa al voto del referendum contro il lodo Alfano.
Paolo Ferrero
Segretario nazionale PRC-SE

lunedì 7 settembre 2009

INFORMAZIONE, CASO REPORT ULTIMA GOCCIA. IL PRC ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 19 SETTEMBRE.

Rifondazione comunista conferma la propria adesione alla manifestazione per la difesa della liberta’ d’informazione del 19 settembre indetta dalla Fnsi e dalle diverse associazioni di categoria, oltre che dall’associazione Articolo 21. In un momento cosi’ buio per la nostra democrazia e’ nostro dovere scendere in piazza. Gli attacchi alla libertà d’informazione continuano, come dimostra il caso Report, cui la Rai ha tolto ogni protezione legale, il che vuol dire impedire di fatto alla coraggiosa trasmissione diretta da Milena Gabanelli di poter continuare a fare il proprio serio e onesto lavoro, quello di un’informazione che non ha peli sulla lingua né falsi conformismi per nessuno.
Berlusconi calpesta tutte le regole democratiche proponendosi come un dittatore di ritorno, minacciando editori, giornalisti e oppositori. Ha riesumato le veline di ben altra memoria e sta cercando di asservire il servizio pubblico radiotelevisivo italiano al governo.
La liberta’ d’espressione, sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione, e’ seriamente minacciata e lo dimostrano gli avvenimenti degli ultimi mesi, campanelli d’allarme anche all’estero. Rifondazione, che ha sempre sposato la battaglia per la difesa della liberta’ di stampa fuori e dentro il Parlamento, il 19 si mobilitera’ con tutte le sue forze e strutture, rivendicando la liberta’ di informare e di essere informati.

BERLUSCONI, SI SCIACQUI LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI COMUNISTI, CATTO-COMUNISTI E CATTOLICI

Silvio Berlusconi, prima di parlare a vanvera di “comunisti” e “catto-comunisti”, dovrebbe sciacquarsi la bocca. Si dà il caso che comunisti, catto-comunisti, e anche molti cattolici che non erano affatto comunisti, oltre a democratici tout court, repubblicani e liberali per davvero, hanno conquistato, grazie alla lotta di Resistenza e di Liberazione dal nazi-fascismo che dominava l’Italia, grandi e importanti conquiste per tutti i cittadini e i lavoratori italiani, conquiste che sono scritte, nero su bianco, nella nostra Costituzione repubblicana. Costituzione ancora in vigore, nonostante i continui tentativi del neofascista Berlusconi e del razzista Bossi di manometterla, svuotarla e metterla in discussione.
Paolo Ferrero
Segretario nazionale PRC-SE

domenica 6 settembre 2009

CENTRALE OPERATIVA FANTASMA E PROPAGANDA DI REGIME

Dopo l’inaugurazione della centrale operativa fantasma della Protezione Civile da parte de Sottosegretario Bertolaso non ci aspettavamo certo un atteggiamento remissivo da parte dell’Amministrazione Comunale (visto i precedenti!!) ma da qui a dire che è tutta una montatura di un’opposizione scandalosa e ANTIPORTORECANATESE come affermato sui giornali dalla Lega Nord che ha alzato lo scudo del lombardo Alberto da Giussano per difendere l’indifendibile, è decisamente troppo! L’atteggiamento della maggioranza di Palazzo Volpini ricade nel più becero e nauseante populismo. Trasformare l’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) del Comune in una “precaria”, per usare un termine d’attualità, centrale operativa della Protezione Civile è pura e semplice propaganda. Propaganda fine a se stessa se la vediamo con gli occhi del cittadino che come al solito non ci guadagna nulla e come se non bastasse è umiliato e preso in giro. Propaganda fine all’interesse dei nostri “rappresentanti” comunali che si pavoneggiano “con questo e con quel pezzo grosso” della Politica e gongolano in bella mostra sulle foto pubblicate ad ampi spazi nei giornali ubriacati di onorificenze! Un plauso quindi a Lorenzo Riccetti che ha civilmente smascherato questa farsa ed un ringraziamento all’opposizione che ha costretto l’Amministrazione a fare frettolosamente un passo indietro rispetto al misfatto ed a dotarci, “FORSE”, di una VERA centrale operativa per la Protezione Civile. Resta il fatto dell’ennesima figuraccia che Porto Recanati deve subire in quest’estate non proprio esaltante in quanto ad immagine, dopo i soliti migliaia di metri cubi di cemento, l’immondizia per strada, le zuffe per i venditori abusivi, le diatribe con i quartieri, il rigassificatore a “tubo”. Con questa tabella di marcia prepariamoci ad un autunno caldo! Noi saremo sicuramente vigili e presenti! Alla Lega Nord vorremmo solo dire di chiedere informazioni su come si faceva opposizione qualche mese fa alla Giunta Fabbracci direttamente all’Assessore Agostinacchio, ma non importa, gli amici della Lega sono giustificati, a quei tempi Porto Recanati era “terronia” e lassù in Padania molte cose non si sapevano! Comunque è vero, non c’è un bel clima politico a Porto Recanati, troppi scontri aspri, troppe maldicenze! Per distendere gli animi sarebbe bello e lo proporremo presto al Sindaco Ubaldi, inaugurare tutti insieme, tutti i cittadini, tutti i partiti d’opposizione e maggioranza, con un bel taglio del nastro, la nuova centrale operativa della Protezione Civile; appena pronta naturalmente! Che ne dite?
Luca Falaschini
Segretario circolo PRC “Guido Puletti”

giovedì 3 settembre 2009

Berlusconi e l'informazione? E' sempre lo stesso, quello della Loggia P2

Prima, la querela al gruppo Repubblica-L’Espresso, “colpevole” di avergli posto dieci domande dieci sulla moralità dei suoi comportamenti privati e pubblici, che devono poter essere sottoposti al giudizio del pubblico. Poi, quella all’Unità, e ai suoi giornalisti, “colpevoli” sempre dello stesso, unico, “delitto”, lesa maestà. E cioè di voler indagare e chiedere conto, al premier, non tanto dei suoi vizi privati, quanto della sua assoluta mancanza di pubbliche virtù. Nel mezzo, la campagna denigratoria, volgare e offensiva condotta dal suo “Giornale” di famiglia - dove ha richiamato in servizio quel Vittorio Feltri che ha dato il peggio di sé, in questi anni, dirigendo Libero – contro il direttore di Avvenire Dino Boffo. Accusato di ogni nefandezza, Boffo, solo con l’obiettivo, neanche mascherato, di “rimettere in riga” quella Chiesa cattolica che ha osato, in questi mesi, prendere posizioni non sempre (o, almeno, non tutte) favorevoli al governo, dal dl sicurezza ai diritti di profughi e migranti.
Non è una novità e, direbbero i giornalisti, forse neppure “una notizia”. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha, ed ha sempre avuto, una concezione tutta particolare, e cioè “proprietaria” nel senso classico e peggiore, dell’informazione. Per il premier, i media o sono suoi o non devono disturbare il manovratore. Senza voler risalire alla notte dei tempi, e cioè all’origine del suo impero mediatico (la Fininvest e, poi, Mediaset) e dunque delle sue fortune, basti ricordare che Berlusconi era un membro affiliato della Loggia massonica segreta P2 di Licio Gelli, loggia che puntava a sovvertire l’ordinamento costituzionale anche (o, forse, soprattutto) attraverso il controllo occhiuto e golpista di giornali e Rai-tv. E il Berlusconi della Loggia P2 è lo stesso Berlusconi che, quando l’allora già “Cavaliere nero” stava per accingersi a scendere in politica, la prima cosa che fa è “mettere in riga” i giornali (e le tv, ovvio) in suo possesso. Possesso, peraltro, già allora in “flagranza di reato”, visto che violava le norme della legislazione antitrust. E’ lo stesso Berlusconi che licenzio, dalla sera alla mattina, un giornalista e uno scrittore apertamente di destra ma dalla specchiata indipendenza e libertà come Indro Montanelli. Ed è lo stesso Berlusconi che, tornato al potere per la seconda volta, nel quinquennio 2001-2006, una delle prime cose che fa è il famigerato ‘editto bulgaro’ (in quanto lanciato da Sofia, capitale della Bulgaria, peraltro durante una visita di Stato!) contro Enzo Biagi e il suo “Fatto”, Michele Santoro e il suo “Anno Zero” e, persino, contro il comico e show-man Daniele Luttazzi. Oggi, tornato nuovamente al potere, Berlusconi non ci ha messo molto per ripercorre la strada a lui più congeniale. Quella dell’intimidazione, dell’indebita pressione e del ricatto puro e semplice. Occupata, manu militari, la Rai attraverso il controllo del suo pacchetto azionario, Commissione di Vigilanza e cda Rai, nonostante i due presidenti siano due personalità autonome come Sergio Zavoli e Paolo Garimberti, la prima mossa del governo è stata quella di porre il servizio pubblico sotto occhiuta e odiosa tutela. La campagna elettorale alle Europee, che non ha solo “cancellato” la presenza della nostra lista comunista e anti-capitalista da tutti i tg e dai principali talk-show ma che mirava, anche se vi è riuscita solo in parte, a sopprimere ogni voce politica indipendente e autonoma, ne è stato l’esempio più eclatante. Poi, con le nomine fatta dal nuovo cda Rai, tutto di fedele e stretta osservanza berlusconiana, con qualche spruzzatina di An, mentre l’opposizione era confinata nel ‘recinto’ Tg3, siamo arrivati alla “normalizzazione”, alla “democratura”, cioè al regime. Un regime che non sopporta stecche né voci fuori dal coro, come dimostra in modo lampante il Tg1. Un telegiornale che, pur forte di riconosciute e storiche professionalità, è stato ridotto a farsi megafono del premier, sfiorando spesso il ridicolo. Come nelle ultime settimane, quando i palesi e giganteschi conflitti tra il governo e la Chiesa sugli sbarchi dei clandestini, i casi “Papi” e D’Addario, per non dire di tutte le conflittualità sociali scoppiate nel Paese contro il mordere della crisi ma anche contro la gestione al ribasso e ‘minimal’ che ne fa il governo, sono stati derubricati a piccoli ‘incidenti’, storie di nessuna importanza. Ormai, il Tg1 è una nuova ‘Eiar’ rediviva, una sorta di moderno cinegiornale Luce. Resta il Tg3, appunto, ma dove si vive sotto costante e continua minaccia. Cosa dobbiamo aspettarci, ancora? Le minacce dirette, a livello fisico, dei giornalisti che ancora osano porre domande scomode, al premier?! Speriamo di no né certo non ce lo auguriamo ma l’emergenza democratica, oggi in Italia, ha un solo nome, ‘emergenza informazione’. Ecco perché abbiamo deciso da subito, come Rifondazione comunista, di aderire all’appello promosso dall’associazione di giornalisti “Articolo 21”, associazione – e sito omonimo (http://www.articolo21.info/) già meritoria per mille motivi, a partire dalla campagna giustamente rigorosa e costante che svolge su un dato altamente drammatico, le morti sul lavoro. Ecco perché, nel pieno rispetto della libertà di tutti gli organi d’informazione, di tutti i giornalisti italiani e del loro autonomo e libero sindacato, la Fnsi, saremo al loro fianco, sabato prossimo 19 settembre, in questa battaglia fondamentale, decisiva fatta per avere un’informazione veramente libera. Al premier Berlusconi, quel giorno, diremo, con tutto il fiato che abbiamo in gola, una frase molto semplice. Quella che è diventata un’icona, per ogni giornalista e che viene pronunciata da Humprey Bogart in un film degli anni Trenta, L’ultima minaccia. Film dove il personaggio-giornalista Bogart fa sentire il rumore delle rotative del giornale in stampa al padrone che cerca di mettere le “mani sulla città” e controllare tutti i giornali, e gli urla: "E’ la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente!".
Paolo Ferrero
Segretario nazionale del PRC

LA BEFFA DELLA CENTRALE OPERATIVA FANTASMA DELLA PROTEZIONE CIVILE


Fax inviato il 2 settembre 2009

Avv. Lorenzo Riccetti (capogruppo)
per conto del Gruppo Consiliare di Opposizione
al Comune di Porto Recanati
Via S. G. Bosco 100
62017 PORTO RECANATI

Al capo dipartimento della Protezione Civile Dott. Guido Bertolaso
Via Ulpiano, 11
00193 ROMA
Al capo della Protezione Civile della Regione Marche
Dott. Oreficini Roberto
Strada Cameranense
60029 Varano Ancona


Preg.mi Dott. Bertolaso e Dott. Oreficini,
in data odierna, incuriositi dalle notizie riportate dalla stampa locale («Corriere Adriatico» del 31 agosto 2009 - «Resto del Carlino» del 2 settembre 2009) che riferivano dell'inaugurazione della nuova centrale operativa della Protezione Civile di Porto Recanati (avvenuta in Vs. Presenza il 31/08/2009), ci siamo recati a far visita al centro assieme ad altri due consiglieri di minoranza.
Ebbene, a soli due giorni dalla cerimonia, la centrale risulta completamente smantellata e al suo posto abbiamo trovato gli uffici comunali dell'URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico)!
Le apparecchiature radio, i modem, i telefoni, tutto era stato scollegato e accatastato su di un tavolo, ovvero imbustato (pronto per essere spostato chissà dove); i computer, le stampanti, tutto rimosso; diversi grafici e pannelli (staccati dalle pareti) giacevano in terra in attesa di non si sa che cosa.
Le targhe sulle porte d’ingresso (presenti il giorno dell’inaugurazione) erano state anch’esse rimosse, gli adesivi con il numero verde della Protezione Civile, apposti sulla vetrata di quella che doveva esserne l’accettazione, risultavano malamente staccati (seppur ancora parzialmente leggibili).
Allo sportello di quella che credevamo essere la centrale operativa della Protezione Civile, un’ignara dipendente comunale ci riferiva che i locali erano di fatto tornati nella piena disponibilità dell’URP, e che la «centrale» era stata smantellata da addetti dell’Amministrazione già all’indomani del taglio del nastro.
Mentre eravamo sul posto abbiamo persino assistito di persona al prelievo, da parte di dipendenti comunali, di apparecchiature telefoniche. Stupiti, abbiamo chiesto dove le stessero portando e tranquillamente ci veniva risposto che le stavano semplicemente “riportando al loro posto, negli uffici dai quali pochi giorni prima erano state prelevate!”
Ora (è triste dirlo) ma ciò che i lor Signori hanno inaugurato domenica scorsa non esiste più ed è tornato a essere ciò che era due giorni prima della manifestazione, ossia l’Ufficio delle Relazioni con il Pubblico del Comune di Porto Recanati.
Ci siamo preoccupati di conoscere immediatamente dall’Assessore preposto (Leonardi) le ragioni di tale smantellamento e, dalla risposta, abbiamo appreso che ciò che Vi è stato mostrato è soltanto una rappresentazione di quella che dovrà essere la centrale, una volta realizzata.
In sostanza, ci premeva comunicarVi che quella che avete inaugurato domenica scorsa non era una centrale operativa ma una sua “controfigura”.
Certi di un Vs. sollecito riscontro e interessamento, colgo l’occasione per porgere
Distinti Saluti Avv. Lorenzo Riccetti

martedì 1 settembre 2009

Libertà d'informazione: il Prc aderisce alla campagna di mobilitazione promossa da Articolo 21

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se

La mobilitazione dell'associazione "Articolo 21" in nome della libertà di manifestazione ed espressione del pensiero, come prevede la Costituzionae italiana e come invece mette seriamente in pericolo il governo Berlusconi, è giusta, doverosa e, aggiungerei, sacrosanta.Ecco perché, in qualità di segretario del Partito della Rifondazione comunista e a nome di tutto il mio partito, ci tengo particolarmente a rendere noto agli organi d'informazione che il Prc aderisce con forza e convinzione alla mobilitazione e alla manifestazione che promuoverà, nella sua piena autonomia di libera associazione di giornalisti, l'associazione "Articolo 21", che già svolge - e da anni - un ruolo meritorio e indispensabile sia in merito alla difesa della libertà di stampa che di sensibilizzazione sun un argomento drammatico e spesso taciuto, dall'informazione, quello delle "morti bianche".