sabato 21 novembre 2009

Hotel House, la “pulizia” etnica si fa senz’acqua

Porto Recanati. Nel grande condominio dei migranti sospesa l’erogazione idrica

Senza acqua. Non accade nel Sahara ma a Porto Recanati, in provincia di Macerata. Un paese di 10 mila abitanti raccolto in una lingua di terra stretta e lunga qualche km con una piccolissima zona industriale, una speculazione edilizia da far invidia alle grandi metropoli e l’Hotel House, il condominio ad ingresso unico più grande d’Europa, figlio delle speculazioni degli anni Settanta. Ospita ben 2 mila cittadini residenti sul totale della popolazione portorecanatese. Circa 70 cittadini Italiani, gli altri provengono da ogni parte dell’Africa, Sudamerica, Asia, Est Europa. Gran parte degli appartamenti sono di proprietà di pochi cittadini italiani che li hanno affittati a migranti. Dalla scorsa primavera il condominio è sprovvisto di acqua corrente.Il fatto è dovuto ad un contenzioso tra alcuni condomini e l’Astea la società che gestisce il servizio di erogazione e distribuzione idrica. I problemi cominciano nel 2007 quando la maggioranza dei residenti risulta essere straniera. Nell’assemblea condominiale iniziano azioni di destabilizzazione su spinta di 4 condomini, tutti italiani, e viene fatto dimettere l’Amministratore, proprio nel momento in cui veniva presentata la proposta di istallare per ogni appartamento un contatore idrico. Fino ad allora c’era per 500 appartamenti un unico contatore, incluso nelle spese condominiali. Da lì le insolvenze di pagamento operate soprattutto da speculatori autoctoni proprietari di decine di appartamenti. Si comincia con il razionamento dell’acqua –30 m.cubi per 20 minuti al giorno, con il risultato che ai piani alti non arriva mai flusso idrico. In un atto di “generosità” uno dei proprietari, a sue spese e per evitare di pagare il condominio fa scavare un pozzo con il benestare della nuova Amministratrice.L’emergenza sembra allentarsi, ma l’amministrazione comunale e le istituzioni continuano a latitare. Le elezioni comunali vengono rivinte dal centrodestra e il pozzo viene chiuso e sigillato dai Vigili Urbani. L’acqua dichiarata inutilizzabile. L’Astea taglia del tutto la fornitura. Il dramma è totale. Immaginiamoci 2000 persone(donne, bambini, anziani) proiettate in un mostro di cemento dentro al deserto dei Sahara. Durante la campagna elettorale accadono strani fatti, auto incendiate, rivolte sedate, incidenti e persone ambigue che si aggirano in questo ghetto. Vengono in visita Guidoni (ex eurodeputato SeL) e vari politici locali. Il Sindaco adotta la linea dura. D’estate, con gli irregolari che lavorano come ambulanti nelle spiagge, la popolazione raddoppia. L’odore che proviene dall’abitato è nauseante. Nella struttura non arrivano neanche i postini. Le irregolarità si moltiplicano e lo stato di abbandono è totale. Sembra quasi che ci sia una strategia per devastare, ghettizzare portare l’House e le persone che ci vivono alla disperazione. Un disegno di costruttori e multinazionali che prevede la pulizia etnica indiretta. Chi ci vive si difende come può, rimediando l’acqua per lavarsi e peri bisogni, ma permane una tensione insopportabile. Si tratta di una vera e propria bomba ad olorogeria che potrebbe esplodere da un momento all’altro, una guerra per l’acqua in uno dei Paesi europei chene spreca di più. Dalla Regione giungono notizie di un asilo che verrà realizzato nella struttura per offrire spazi di inclusione sociale,ma sono i bisogni primari a mancare, è l’accesso ai diritti fondamentali, è quell’odore acre che continua a separare l’House dal mondo esterno che poco o nulla sa di questa tragedia quotidiana.
di Luca Falaschini
su Liberazione del 19/11/2009

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