giovedì 10 settembre 2009

"Le Ombre Rosse" di Maselli contro il suicidio della sinistra

Devo confessarlo – Citto, me lo potrai mai perdonare? – sono andata a vedere “Le ombre rosse”, l’ultimo film di Citto Maselli, con un carico di diffidenza e preconcetto. Stranamente, avendo il film tutti gli “ingredienti” per attirarmi.Sono andata a vedere questo film immaginando di trovarmi di fronte ad un pamphlet didascalico e noioso. Ed invece mi sono ritrovata di fronte ad una dolente riflessione, che mi ha scavato dentro. E mi sono cinematograficamente trovata di fronte ad un’opera corale, dove ogni figura è archetipo dei vizi, annosi ed esiziali, della sinistra. Già in “Lettera aperta a un giornale della sera”, quarant’anni fa, Maselli ci metteva in guardia da certe derive dell’intellettualità di sinistra. Sembra quasi che in questi decenni questa intellettualità sia stata solo capace di scollarsi ancor più dalla realtà, di parlarsi addosso senza costrutto, di non vedere intorno a sé una realtà che andava mutando. E i clacson finali della destra in festa per la vittoria elettorale, infatti, colgono di sorpresa i nostri intellettuali, presi dalle loro conversazioni astratte. Loro non sapevano. Loro non immaginavano. Loro non credevano. Ombre rosse, appunto. Ombre.Una denuncia dei nostri limiti per svegliarci dal torpore che ci ha colto. Un grido di dolore di chi – militante di vecchia data - non può e non vuole accettare una sinistra che in gran parte si è suicidata. Non può e non vuole e non crede che questa possa essere la fine di tutto. Un monito per tutte e tutti noi affinché si cambi strada ora: forse non è troppo tardi.Alla fine, prima dei titoli di coda, ho avuto un soprassalto di commozione. Il film ha anche una dedica. E’ dedicato a Sandro Curzi. E sono certa che il “nostro” direttore avrebbe molto amato questo film.
Federica Pitoni
www.esserecomunisti.it

Nessun commento:

Posta un commento